giovedì 23 maggio 2013

15 GIUGNO: PER LA PRIMA VOLTA, INCONTRO SUL TEVERE A TOR BOACCIANA


Le torri costiere raccontate tramite le pagine dello storico Guglielmotti, la bonifica dell'Opera Nazionale Combattenti all'Isola Sacra narrata dal libro di M.Lausdei "Litorale Romano - La bonifica", la bellezza delle rive del fiume e il sapore delle anguille cucinate come una volta. Queste alcune delle sorprese che riserverà l'incontro del prossimo 15 giugno presso l'area messa a disposizione dal cantiere 'Iniziative Nautiche' a ridosso del Ponte della Scafa, dove, un anno fa, vennero rinvenute due navi romane e le antiche strutture del molo di Ostia. Un'occasione unica per conoscere questo territorio grazie alle storie di chi ci vive da sempre. Un viaggio a ritroso nel tempo, con parole ed immagini piene di emozioni.
L'incontro è pubblico e gratuito ma è necessaria la prenotazione inviando nome e cognome all'indirizzo: info@severiana.it

Il Presidente
dr.Ing. Andrea Schiavone

(in foto: Tor Boacciana, Anderson 1800 ca. Archivi Alinari-archivio Anderson, Firenze)

mercoledì 15 maggio 2013

X MUNICIPIO (ex-XIII), DRAGONCELLO: UN ETTARO DI VILLA ROMANA ABBANDONATA DA 2 ANNI

21 mesi di abbandono e di nuovo i papaveri tornano a fiorire sui resti della villa romana rinvenuta a settembre 2011 presso via Alfredo Ottaviani a Dragoncello. E' forse la più importante tra le numerose ville rustiche della zona impiegate ad uso produttivo, collegate tramite un ottimo reticolo viario non solo con la via Ostiense ma anche con un approdo fluviale sul Tevere. Alcune vere fattorie d'età repubblicana sopravvissute fino al II sec. a.C., altre ville residenziali e rustiche a partire dal III sec. a.C. e fino al pieno impero. Nella villa di via Ottaviani si nota con chiarezza, seppure l'abbandono sia totale e gli scavi eseguiti non bene segnalati, un cortile centrale con portico, un settore residenziale con vani e una zona di servizi con ambienti pavimentati in cocciopesto. Un ambiente rettangolare di quest'ultima zona è caratterizzato da muri rivestiti anch'essi in cocciopesto e tre ampi pilastri, più una rampa d'ingresso. Potrebbe esser stato un vano adibito alla conservazione dei prodotti agricoli e la rampa aver avuto funzione di facilitare l'ingresso per le operazioni di movimentazione di piccoli mezzi di trasporto. Dunque, horreum rusticum di cui trattano gli autori antichi (Catone, Columella, Plinio, Vitruvio) o magari una cisterna, visto che al suo interno è presente una canalizzazione? La superficie complessiva della villa è di quasi un ettaro ma è molto difficile ricostruirne l'impianto perchè l'abbandono è totale. Anche i lavori del collettore fognario che dal vecchio depuratore in fondo a via Ottaviani doveva giungere a via di Dragoncello e che hanno portato alla luce la villa, sono scomparsi. Quanti soldi pubblici si sono buttati via per non avere nulla e per aver esposto al degrado antiche strutture conservatesi per millenni?