domenica 25 settembre 2011

Casali storici dell'Infernetto: la lettera degli 'acquirenti anonimi'

La triste storia dei 2 casali storici dell'Infernetto abbattuti per costruirci dei moderni villini, nel silenzio degli enti preposti alla tutela, si arrichisce di un nuovo episodio. Dopo la lettera della I.C.A. srl, il costruttore di una delle due aree interessate, è il turno della lettera di presunti acquirenti dei nuovi villini. La lettera, datata 15 settembre, ovviamente non è firmata e riporta all'interno delle contraddizioni, prima tra tutte l'omissione del fatto che la notizia è stata p.es. pubblicata su internet da 'Il Faro Online' e da 'Abitare a Roma', nonchè nell'edizione cartacea de 'Il Messaggero' il 29 luglio a pag.35. Perchè citare come fonte da cui si è appresa la notizia solo il mensile locale 'Infernetto Magazine'? Anche il susseguirsi delle date è singolare. Il primo comunicato è del 28 luglio, la lettera dell'I.C.A. srl è del 7 settembre, il secondo comunicato è del 9 settembre (ma non è stato pubblicato su 'Infernetto Magazine'), la lettera degli 'acquirenti' è del 15 settembre (e si riferisce al primo comunicato). Aggiungiamo che il secondo comunicato è stato inviato, per formale correttezza, alla I.C.A. srl. Invitiamo i presunti 'acquirenti che ci hanno scritto a fornirci nome e cognome in modo tale da informarli direttamente sugli sviluppi della vicenda. Se invece dietro ai presunti 'acquirenti' si maschera qualcun altro che intende così farci pressione per intimidirci, sappia che ha ottenuto l'effetto opposto.

Qui di seguito, i puntatori ai due precedenti comunicati stampa:
- primo comunicato
- secondo comunicato
- la lettera degli 'acquirenti anonimi'

venerdì 9 settembre 2011

XIII Municipio, Infernetto: i casali storici rasi al suolo sono due

I casali storici dell'Infernetto rasi al suolo sono due e non uno. Si tratta di quelli indicati nella carta IGM del 1945 con i nomi 'Villa Pina' e 'Casetta dell'Infernetto' (quest'ultimo già presente sulle mappe dal 1851). Il primo, all'angolo tra via Curon Venosta e Via Bersone, già oggetto di un nostro esposto, era stato erroneamente confuso con il secondo, distante da esso poche centinaia di metri lungo il viale di Castel Porziano. Il casale 'Villa Pina' è stato demolito dopo 70 anni, per riutilizzarne le cubature a vantaggio di nuovi villini, grazie al permesso di costruire n.120 del Dipartimento di Urbanistica (prot. 14808 del 23 febbraio 2011) dopo il parere positivo di tutti, compresa la Soprintendenza Archeologica di Ostia e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio. Sono in corso le indagini da parte dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale e a prenscindere dagli esiti sotto il profilo della legalità, rimane il problema della legittimità. Non si priva un quartiere della sua memoria storica solo perché ci sono gli interessi di un privato. Immancabile la lettera ricevuta dal costruttore, la I.C.A. srl, che non solo ci intima di cessare ogni turbativa alla loro attività aziendale, ma che giustifica l'abbattimento del casale con la seguente motivazione: "l'immobile demolito era un casale adibito a locali di stallaggio con abitazione annessa, in stato tale da non consentire una conversione ad uso civile abitazione (se non a costi talmente ingenti da scoraggiare qualunque potenziale acquirente), con la ovvia conseguenza di un abbandono e futuro ulteriore degrado". Premesso che l'autorizzazione a costruire è stata rilasciata alla Immobiliare Prati di Castel Porziano srl, che aveva proprio nel casale installato il suo Ufficio Vendite, premesso che invece oggi risulta proprietaria la I.C.A. srl che sta già vendendo i villini, premesso che il casale risulterebbe libero da ogni vincolo "artistico e storico", non capiamo l'agitazione da parte del costruttore se, come sostiene, l'abbattimento è stato fatto 'in ossequio a tutte le norme e regolamenti vigenti'. Certo è che il casale non era fatiscente e che poteva essere impiegato per altra destinazione, come sta accadendo per il Casale del Porro lungo Via Salorno. Saranno comunque le indagini a far emergere la verità ed è certo che noi non abbasseremo la guardia, forti anche della indignazione dei residenti dell'Infernetto. Anche perché, nelle ricerche storiche e di archivio da noi svolte, siamo venuti a conoscenza che sarebbe stata rasa al suolo, intorno al 2008-2009, pure la centenaria Casetta dell'Infernetto, laddove oggi esiste il piccolo comprensorio alle spalle dell'edicola sul viale di Castel Porziano. Per tutti questi motivi, chiederemo ufficialmente alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggisti per il Comune di Roma, una verifica preventiva di tutti i casali del XIII Municipio al fine della loro salvaguardia. LETTERA I.C.A. srl