giovedì 24 febbraio 2011

Ostia, Ponte della Scafa: nuovi ritrovamenti archeologici

I sondaggi archeologici del Ponte della Scafa continuano a restituire materiale. Nei container del cantiere, sono state scoperte cassette piene di materiale archeologico: anfore, olle, lucerne. Alcuni ritrovamenti sono abbastanza recenti, come quelli del 21 febbraio provenienti dalla terza trincea. Ma la Soprintendenza tace, alimentando la certezza che, per fare questo ponte faraonico con tutti i suoi svincoli, si sacrificherà molto della storia del luogo. Del resto gli Stati Generali di Alemanno appena conclusi hanno mandato due messaggi ben precisi: azzerare ogni sorta di vincoli e dotare il territorio di infrastrutture il prima possibile.
Ci domandiamo allora perchè spendere (alla fine dei sondaggi) quasi un milione di euro per scavare quello che andrà distrutto.

lunedì 21 febbraio 2011

Ostia, Ponte della Scafa: primi ritrovamenti archeologici

Sinceramente non si capisce quale problema 'archeologico' sia stato alla base del vecchio progetto del Ponte della Scafa (5 milioni di euro) trasformato in quello attuale (25 milioni di euro) su richiesta della Soprintendenza di Ostia. Infatti in questi giorni, dai primi sondaggi archeologici, già sono emerse mura romane, proprio in un punto cruciale della prevista viabilità di servizio al ponte, presso Tor Boacciana. Emerge sempre più che il mastodontico impatto del progetto attuale del Ponte della Scafa provocherà danni enormi alle rovine ancora nascoste nel sottosuolo, quando invece un semplice raddoppio del ponte esistente avrebbe finito per contenerli, facendo risparmiare 20 milioni di euro. I ritrovamenti consistono in una rilevante sezione di conglomerato cementizio apparentemente rivestita in opus reticulatum, più numeroso materiale fittile in dispersione ma anche resti di olle. L'area era già stata segnalata 'a rischio' nelle planimetrie del Comune di Roma, e così è stato. Si attendono le fasi successive di scavo da parte della ditta incaricata ai sondaggi che dovranno stabilire l'importanza dei reperti.

(sullo sfondo: Tor Boacciana; nell'area recintata: mura romane; in primo piano: resti di olle)

mercoledì 9 febbraio 2011

La cancellazione del patrimonio archeologico portuale di Roma

Quasi 500 milioni di euro per 2 nuovi porti alla foce del Tevere, mentre gli antichi porti di Roma, ormi distanti quasi 3 km dal mare, vanno in rovina. Questo il triste scenario che il Comune di Roma ha regalato al suo litorale, peggiorato in maniera scandalosa da Alemanno. Dopo l'Ordinanza del Presidente del Consiglio del 12 marzo 2009, n.3747, che rilevava un avanzato dissesto del patrimonio archeologico, assegnando al Capo del Dipartimento della Protezione civile la delega per la realizzazione degli interventi nelle aree archeologiche di Roma e di Ostia Antica, nulla è stato fatto per gli antichi Porti di Claudio e Traiano a Fiumicino e tantomeno per le strutture portuali fluviali di Ostia Antica. Nulla, se non l'intervento nr.55 presso il Teatro di Ostia: "consolidamento e restauro dei fornici, nuovi bagni" (€ 253.089,70). Al contrario, per il nuovo Porto della Concordia, a Fiumicino che prevede 1.445 posti barca, 3.400 posti auto, 460 box, un albergo, un centro congressi, edifici a uso direzionale, commerciale e residenziale, si investiranno 400 milioni di euro. Così come per il raddoppio del Porto di Ostia (611 nuovi posti barca e 656 posti auto), 87 milioni di euro. In entrambi i casi, vecchi e nuovi porti, parliamo di aree demaniali cioè dello Stato. I primi concessi ai privati per i loro guadagni, i secondi mandati in rovina. E' questo il rilancio turistico di Roma voluto da Alemanno ? L'Assessore comunale al Litorale (Bordoni, PdL), nato ad Ostia, si interessa solo dei nuovi posti barca, il presidente del XIII Municipio (Vizzani, PdL) non promuove la cultura sul territorio, l'ex-presidente del XIII Municipio (Orneli, PD) vorrebbe dentro una torre costiera michelangiolesca (Tor San Michele), compresa nell'area dei porti, "uno spazio per le orazioni funebri". Grazie a questi signori, si sta azzerando la conservazione del patrimonio archeologico portuale romano. 12 anni di agonìa causati dalla indifferenza nel loro ruolo amministrativo di mini-sindaco del territorio: Orneli (2000-2001), Bordoni (2001-2006), Orneli (2006-2008) e Vizzani (2008-2011). Bordoni, prima di diventare Assessore, si avventurò addirittura in affermazioni del tipo "lo sbarco di Enea è avvenuto proprio alla foce del fiume Tevere, come le nuove ricerche storiche danno per certo”, non sapendo che al tempo di Enea la foce del Tevere distava chilometri e chilometri dall’attuale. Stessa frase ripetuta oggi da Vizzani. Ad entrambi abbiamo deciso di pagare l'ingresso al museo di Lavinium a Pratica di Mare, per studiare dove realmente approdò l'eroe troiano. Se del resto non c'è risucito Orneli, in ben 4 mandati dei sindaci di centro-sinistra, ci aspettiamo miracoli dagli ultimi arrivati ?